Il triennio
La struttura attuale del Seminario, che prevede un corso quinquennale filosofico-teologico, richiede di riproporre ancora come valida la distinzione tra due grandi stagioni formative: il biennio filosofico e il triennio teologico, mantenendo così anche una proficua aderenza al percorso accademico che si profila in base al Piano degli studi della Sezione San Luigi della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale. Nello stesso tempo, quanto all’individuazione degli obiettivi formativi e alla strutturazione dei percorsi tematici che saranno proposti, si farà riferimento all’attuale Ratio per i seminari italiani, che prevede un percorso distinto in tre bienni. In questo modo, si potrà notare il differente orientamento educativo tra il terzo e il quarto anno, corrispondenti al secondo biennio, e il quinto anno, che già ricade nel terzo biennio, con i necessari adattamenti dovuti all’assenza di un sesto anno istituzionale nel nostro Seminario.
Quanto al triennio teologico nel suo complesso, va rilevato che, mentre nel precedente biennio filosofico l’attenzione viene posta principalmente sulla conoscenza della persona in tutte le sue dimensioni, per vivere in modo maturo ed integrato la propria esperienza di fede battesimale e porre le basi per un autentico discernimento vocazionale, in questa fase viene focalizzato l’aspetto della particolare identità che il chiamato è invitato a fare sua e che tende ad abbracciare tutti gli aspetti dell’esistenza, secondo una prospettiva più marcata di formazione ed “iniziazione” al ministero ordinato.
Segno visibile ed eloquente di questo processo è rappresentato dal conferimento dei ministeri istituiti del lettorato e dell’accolitato, che nel consentire un contatto più diretto con il servizio alla Parola e all’Eucaristia, i grandi “tesori” che Cristo ha consegnato alla sua Chiesa, sollecitano non solo un’adeguata formazione in preparazione ad essi, ma anche un’opera di continua revisione del proprio stile di vita in ragione del nuovo posto che si va assumendo nella comunità ecclesiale. Tutto ciò, se da un lato conferisce una crescente “stabilità” al servizio che ciascuno è chiamato a svolgere nella Chiesa, da un altro lato «ha la capacità di riempire di contenuti questo tempo, di proporre mete e verifiche spirituali e di seguire con criteri oggettivi il cammino progressivo verso il presbiterato». In questo contesto, accanto ad una sensibilità soggettiva, che pone cioè attenzione al cammino di maturazione e discernimento del singolo giovane, trova uno spazio progressivamente maggiore un criterio di tipo “oggettivo”, che spinge cioè a verificare di volta in volta l’idoneità del candidato, con le sue peculiarità personali, a quella graduale assunzione di responsabilità di fronte alla comunità ecclesiale, che trova concretezza in specifiche esigenze e richieste sia sul piano delle qualità umane che su quello delle attitudini spirituali. La presentazione delle domande per ricevere i diversi ministeri, come precedentemente era avvenuta per l’ammissione tra i candidati agli ordini sacri, con la relativa discussione da parte dell’èquipe formativa, rappresenta così un’importante occasione di discernimento e di verifica del percorso formativo, seppur non vincolante in vista del parere definitivo sull’ordinazione.
Ulteriore elemento significativo per la comunità vocazionale è rappresentato dal cambio di animatore al terzo anno, che mette in moto una serie di processi e dinamiche sia quanto ai singoli sia riguardo all’intero gruppo, nell’ottica di stimolare una continua capacità di verifica e revisione nel proprio modo di approcciare l’esperienza formativa.
Il percorso che risulta in base a questi riferimenti cerca di condurre, in sintesi, ad una solida fondazione e ad una graduale iniziazione al ministero ordinato, cercando di tradurre, quanto alle tappe formative e ai percorsi tematici, in termini sempre più adeguati all’attuale contesto la ricca tradizione teologica e pedagogica strutturata attorno alle virtù (cardinali e teologali), ai consigli evangelici e ai tria munera. In particolare, mentre nel terzo anno si perseguirà la solida formazione ad un’identità sacerdotale come speciale modalità di relazione a Cristo, che esige un determinato stile relazionale verso i fratelli, nel quarto anno si approfondirà maggiormente la dimensione ecclesiale del ministero ordinato, con le conseguenti responsabilità che ne derivano. Il quinto anno, infine, assumerà un tratto più marcato di iniziazione ai diversi ambiti della vita sacerdotale, con una più accentuata valorizzazione della ministerialità nell’attuale stato del chiamato.