Tema anno 2018/2019

Mi ami tu? … Seguimi” (Gv 21)

Dall’ articolo di Communio di dicembre 2018:

«I ciechi infatti si innamorano meglio» Presentazione del tema formativo dell’anno

Il premio Nobel turco Orhan Pamuk nel suo libro “La stranezza che ho nella testa” scrive così dell’innamoramento: «Il miglior innamoramento non è quello derivante dalla conoscenza, ma è quello che si prova verso una persona che non si vede mai. I ciechi infatti si innamorano meglio». A differenza dei discepoli, in modo particolare Pietro, che hanno sperimentato la bellezza di essere fissati e amati dagli occhi di Gesù storico, noi tutti, attraverso la nostra fede, siamo chiamati a innamorarci di Lui senza mai vederLo fisicamente ma sentendo il Suo sguardo continuamente rivolto su di noi: «Fissò lo sguardo su di lui e lo amò» (Mc 10,21). È a partire da questo sguardo che ci sentiremo amati per «lodare, riverire e servire Dio nostro Signore» (EESS 23), cioè il fine per cui siamo stati creati secondo sant’Ignazio di Loyola. Loderemo il Signore per il Suo amore che ci guarda e ci chiama a dimorare in una relazione profonda con Lui, perché la vera casa per il discepolo è la relazione d’amicizia con il Signore Gesù. La nostra lode deriverà dal riscoprirci sotto il Suo sguardo d’amore che ci consegna un nome nuovo: «Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: “Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa”» (Gv 1,42). Riveriremo il Signore per il Suo amore che ci riconcilia e ci rigenera perché è accogliendo il Suo perdono che ci riscopriamo discepoli amati: «Allora il Signore si voltò e fissò lo sguardo su Pietro, e Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detto: “Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte”. E, uscito fuori, pianse amaramente» (Lc 22,61-62). Lo sguardo di Gesù, nell’offrirci una nuova possibilità di vita, ci conduce ad una piena consapevolezza della nostra storia e delle sue ferite; è per questo che l’esperienza di perdono da parte del Signore è un’occasione di continua rigenerazione e conversione per il discepolo. Serviremo il Signore per il Suo amore che ci interpella e ci invia perché, aprendoci alla missione per seguire fino in fondo il Maestro, da discepoli diventiamo apostoli, pescatori e pastori per vivere in modo fedele e fecondo la Sua sequela: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini» (Lc 5,10). Che quest’anno formativo sia per ciascuno di noi un anno di incontro di sguardi con Lui attraverso il quale riscoprirci amati, perdonati e inviati: «Signore tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Allora, «Seguimi» (Cf Gv21).

 

di P. Antuan Ilgit SJ