“Tra voi non è così” (Mc 10, 43)
Dall’omelia della celebrazione di inizio anno formativo:
” In questo senso noi capiamo che la medicina a tutto questo è Gesù che ci dice «tra noi non è così», e che Lui è quel pane quotidiano che ci fa stare bene. Siamo chiamati allora a bussare, e a cercare di pregare con insistenza, ad essere come quei bambini capricciosi che sfidano chiunque pur di stare alla sua presenza e di stare nel suo cuore per entrare controcorrente nella storia di questa fraternità ferita dalle cattiverie, dalle vendette sproporzionate e dall’egoismo. Proprio su questa scia padre Franco ci ha letto una parte del passo 264 dell’Evangelii Gaudium:
«Che dolce è stare davanti a un crocifisso, o in ginocchio davanti al Santissimo, e semplicemente essere davanti ai suoi occhi […] è urgente ricuperare uno spirito contemplativo, che ci permetta di riscoprire ogni giorno che siamo depositari di un bene che umanizza, che aiuta a condurre una vita nuova. Non c’è niente di meglio da trasmettere agli altri.»
E inoltre ci ha ricordato come noi siamo chiamati a custodire, coltivare e gustare questa fraternità tra di noi, nelle nostre comunità, nella comunità del seminario e poi man mano a cerchi concentrici nei nostri ambienti e nelle nostre città, senza correre il rischio di diventare “avanzi urbani” come egli stesso ci ha detto leggendo il passo 74 dell’Evangelii Gaudium:
«Si rende necessaria un’evangelizzazione che illumini i nuovi modi di relazionarsi con Dio, con gli altri e con l’ambiente, e che susciti i valori fondamentali […] Svariate forme culturali convivono di fatto, ma esercitano molte volte pratiche di segregazione e di violenza. La Chiesa è chiamata a porsi al servizio di un dialogo difficile. D’altra parte, vi sono cittadini che ottengono i mezzi adeguati per lo sviluppo della vita personale e familiare, però sono moltissimi i “non cittadini”, i “cittadini a metà” o gli “avanzi urbani”.»
Dobbiamo mostrare agli altri l’amore per la vita lasciandoci evangelizzare dalle piaghe di Gesù nelle persone. Una mistica della fraternità che non si risolve con una vita solo spirituale ma nella vita quotidiana e la Chiesa ce lo insegna e ce lo ha insegnato combattendo le fraternità ferite e le diseguaglianze costruendo ospedali, scuole, sindacati, insomma tutte cose che servono alla società tutta. Dobbiamo, allora, essere fieri di appartenere a questa Chiesa. La Chiesa è un grande popolo fatto da uomini facili, basta guardarci, eppure abbiamo una singolare fede in Gesù e siamo chiamati ad essere lievito di fraternità nelle nostre comunità.”
Padre Franco Beneduce