Il Bacio di Cristo nella Cattedrale di Bari

top feature image

Il Bacio di Cristo nella Cattedrale di Bari

Il bianco sgargiante della pietra delle cattedrali romaniche pugliesi abbaglia i turisti nelle calde giornate primaverili ed estive, così la Cattedrale di Bari si svela tutta illuminata dietro l’angolo e la sagoma della sua alta facciata svetta tra i palazzi circostanti e i vicoli stetti della città vecchia. Un tempo dedicata a San Sabino – oggi all’Assunta – è uno dei pochi esempi di architettura solstiziale: il 21 giugno di ogni anno, alle 17.10, i raggi del sole attraversano il rosone e si sovrappongono perfettamente alle geometrie del mosaico in marmo collocato al centro della navata centrale creando un gioco di luci e ombre.

Il linguaggio simbolico inscritto nella struttura architettonica viene svelato a pochi, a chi ha la fortuna di assistere alle manifestazioni che la diocesi propone in quella data o a quei turisti che sono accompagnati da qualche guida più appassionata.

La forma geometrica del rosone può considerarsi una rappresentazione simbolica di tutta la realtà: il cerchio come “linea infinita”, senza inizio e senza fine, è simbolo di Dio centro della storia della salvezza, la stessa struttura circolare di per sé ricorda anche quella di una ruota e di conseguenza l’eterno scorrere del tempo; al suo interno, invece, i tre cerchi intersecati dai sei assi rappresentano, la tripartizione dello spazio in terreste, celeste e degli inferi legati tutti da un unico centro.

La simbologia continua anche con il numero 18 dei “petali” del rosone, che per le regole della gematria la parola ebraica corrispondente a queste cifre è  חי Chai, sta a significare il “vivente”, e quindi il risorto. Cristo splende al centro della facciata ed è coronato da quattro monofore a tutto sesto, le quali rimandano agli evangelisti coloro che annunciano il vangelo di Cristo, eletti anche come testimoni dell’evento che si sta per manifestare, invece la bifora potrebbe rappresentare le due nature, umana e divina, oppure altri studiosi protendono per le figure della Vergine e San Giovanni.

Avendo acquisito questi significati è possibile continuare a comprendere il senso nascosto di questo prodigio solstiziale. Il rosone diventa, così, rappresentazione simbolica della signoria di Cristo su tutta la realtà fisica, la sua luce derivante direttamente dal cielo estivo, bacia – quasi riproponendo il movimento kenotico – il mosaico speculare del pavimento, ossia la nostra umanità creata a sua immagine. Questo incontro avviene nel giorno del solstizio d’estate, giorno carico di significati cristologici per via del tempo di massima luce, esso rappresenta la vittoria definitiva della luce sulle tenebre e quando la luce del Risorto illumina l’immagine nell’uomo, della terra, tutto viene rinnovato.

 

Michele Roselli

(Comunità IV anno)

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Post navigation