Caravaggio tra luce e tenebra

top feature image

Caravaggio tra luce e tenebra

Emerge in maniera evidente nella vita di Caravaggio di quanto la sua carriera artistica come la sua vita, siano avvolte da “luce e tenebra”.

 “Luce” è ciò che in Caravaggio illumina, è ciò che rende visibili gli oggetti e i personaggi, ciò che rende visibile il campo esperienziale, ciò che viene sottratto alle tenebre: la Luce è nel contesto teologico simbolo del Divino.

Nelle opere di Caravaggio l’uso della luce è di fondamentale importanza, essa infatti assume il valore simbolico della grazia divina che irrompe con i suoi raggi nelle vicende quotidiane dell’uomo. È proprio questa capacità di ritrarre nelle opere il quotidiano, a rendere Caravaggio l’artista più ammirato di tutti i tempi.

La proposta dell’artista di rappresentare le opere sacre attraverso personaggi e luoghi quotidiani tratti dalla semplicità banale di tutti giorni, destò non poco scandalo. Ad oggi possiamo però affermare che Caravaggio è stato capace di rendere presente ed eterno il Divino nel quotidiano.

Ciò detto riecheggia in maniera chiara nell’esperienza di fede di ciascuno di noi.

 La nostra esperienza di Dio non può racchiudersi soltanto nelle forme tradizionali e devozionali della religione, l’incontro con Dio avviene nella nostra quotidianità attraverso le tante relazioni, l’esperienza della famiglia, dell’amicizia, di una vita che nasce o di una vita che muore, dei fallimenti e delle conquiste; tutte queste non sono altro che esperienze fondamentali comuni, attraverso le quali irrompe in maniera disarmante la luce di Dio, capace di dare significato a ciò che noi reputiamo “giornaliero”.

L’arte di Caravaggio è ancora tutt’oggi una porta sempre aperta verso l’oltre, è ancora oggi lo spiraglio di luce verso il quale si protendo i nostri sguardi ricercatori di verità.

Il suo stile è stato capace di rendere il trascendete qualcosa di vicino e prossimo alla storia dell’uomo. «Il superbo gioco di luci e di ombre, nelle sue teatrali composizioni, è un modo per esprimere le inquietudini dell’uomo sempre in lotta con se stesso, sempre in bilico tra il dubbio e la verità, tra il tormento e l’estasi; tra il visibile e l’invisibile.»[1]

 

Alessio Alfano

(Comunità II anno)

 

[1] M.Lasala, Vedere l’invisibile, la rappresentazione di Dio nella storia dell’arte, 24 dicembre 2019

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Post navigation

Previous Post :