Nei giorni 15 e 17 Febbraio la comunità di terzo anno ha avuto modo di vivere l’esperienza del laboratorio di triennio presso la Parrocchia “San Marco Evangelista” in Castellammare di Stabia. I laboratori «rappresentano un momento forte, nel quale, in un tempo prolungato rispetto all’incontro formativo settimanale, si sviluppano alcuni temi propri della tappa d’anno con modalità che privilegiano l’interazione e l’esercitazione pratica»[1]. Lo scopo di tale iniziativa, al terzo anno, è quello di far conoscere i vari gruppi ecclesiali presenti nelle diverse realtà parrocchiali. Ad accoglierci sono stati il parroco, don Francesco Saverio De Pasquale, e il viceparroco, don Luigi Russo, i quali ci hanno raccontato, per sommi capi, la storia della comunità. La parrocchia nasce in un quartiere periferico di Castellammare: nasce e cresce con, per mezzo e per i vari bisogni della comunità. Così come la chiesa, anche la mensa, il centro di ascolto, i vari servizi di prima assistenza, i vari gruppi associativi, l’aiuto delle suore figlie della carità, l’ambulatorio, nascono e crescono gradualmente con l’idea e il presupposto (nel cuore della gente e soprattutto dell’allora parroco don Ciro) di costruire un luogo dove tutti potessero non solo essere soddisfatti rispetto alle varie necessità umane e spirituali ma anche – alla luce di varie difficoltà di spaccio, di tossicodipendenza, di storie segnate dalla povertà che andavano diffondendosi rispetto alla presenza di palazzi popolari all’interno del rione – come una vera e propria casa. Il ricordo di don Ciro, primo parroco della parrocchia, è ancora vivo e presente nella mente e nel cuore di ciascuno: un pastore che ha saputo sempre ascoltare e rispondere ad ogni storia particolare, essendo un esempio sapiente e lungimirante del messaggio evangelico. Questa è stata per noi un’occasione di conoscenza di una realtà parrocchiale in cui convivono diversi gruppi ecclesiali, che aiutano a far trasparire il volto bello della Chiesa sinodale, di quella Chiesa che cammina con tutti e al passo con tutti senza lasciarsi intimorire dalla diversità dei carismi e delle sensibilità. Durante l’esperienza vissuta, abbiamo avuto modo innanzitutto di condividere la Celebrazione Eucaristica e l’adorazione con tutta la comunità parrocchiale per poi conoscere tutti i gruppi presenti nella comunità e tutte le persone che si impegnano in essa, partendo dal consiglio pastorale parrocchiale. In tale incontro abbiamo potuto fare esperienza della fede semplice, quella fede che scaturisce dall’incontro con Gesù Risorto, vivo e vero. Oltre a questi momenti di preghiera e dialogo, abbiamo avuto modo di conoscere più nello specifico alcuni dei movimenti presenti. Il gruppo di Azione Cattolica ci ha presentato con diversi fotogrammi l’esperienza dei membri nel cammino dell’associazione e ciò che significa per loro essere parte della famiglia AC. Il gruppo Scout ci ha proposto un momento di conoscenza e confronto reciproco attraverso la loro e la nostra testimonianza. Infine, con diverse comunità del cammino Neocatecumenale abbiamo condiviso un momento di preghiera. Altra occasione di conoscenza è stato l’incontro avuto con il parroco don Franco e il viceparroco don Luigi. Con loro abbiamo parlato della dolcezza e dell’amarezza dell’esperienza parrocchiale, del loro compito nella vita ecclesiale e dei punti di forza della fraternità presbiterale (che essi stessi vivono). Tutto ciò ha permesso a noi, giovani in cammino verso il sacerdozio, di interrogarci sull’immagine di prete che ognuno va costruendosi in questi anni di formazione. Don Franco ha lasciato a noi una bella immagine della figura del parroco: un direttore d’orchestra. Tra i tanti suoni prodotti da vari strumenti (i gruppi ecclesiali), il prete è chiamato a “dirigere”, accordare, fare sintesi. Il prete è direttore della grande sinfonia parrocchiale che vien fuori dalla diversità e dalla particolarità di ogni gruppo e di ogni membro. Questa esperienza laboratoriale ci dà l’opportunità di acquisire nuovamente consapevolezza dell’essere membra vive dell’unico Corpo di Cristo, la Chiesa, e di comprendere l’importanza del camminare insieme.
Comunità III anno
[1] Secondo il suo cuore, Progetto educativo del Pontificio Seminario Campano Interregionale, 54.