L’uno accanto all’altro!

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L’uno accanto all’altro!

Sembra illusorio poter credere che l’unica arma più vincente di tutte, possa corrispondere al coraggio di fare il primo passo verso un pianeta ancor più sconosciuto di qualsiasi corpo celeste, ovvero l’altro! Soprattutto se il motivo che dovrebbe spingerci verso chi abbiamo di fronte, dovrebbe riguardare una richiesta d’aiuto!

Eppure alla luce di una società sempre più individualizzata, si avverte che la qualità eroica più essenziale per l’uomo sia l’umiltà di riconoscere che nessuna guerra può essere combattuta e vinta da soli!

Sì, perché anche l’armatura del cuore ci salva ma si consuma, ogni qual volta viene colpita dalle frecce della delusione, dai bossoli della calunnia, dalle armi dell’ingiustizia…! La fratellanza è una forma di “bellezza sempre antica e sempre nuova” usando una celebre espressione di sant’Agostino, che continuamente echeggia nella Parola e che continuiamo ad ereditare da secoli, come una delle ricchezze più preziose affidataci dal Signore Gesù.

È questa l’arma più potente di tutte, l’unica che anziché uccidere, è capace di risollevare dal baratro dell’orgoglio e della vendetta: la comunione!

Supereroi, solo io e te canta Mr. Rain, quasi a ricordarci che l’unico superpotere non avulso all’uomo ed anzi uno degli aspetti che meglio lo identifica, a differenza di tutte le altre specie viventi, è la natura stessa di questo binomio: io e te. Solo alla luce dell’io accanto al te, l’uomo è in potere di salvare il mondo!

Si nasce da soli e si muore nel cuore di qualcun altro, è questo il frutto di una scelta tanto risaputa e al contempo temuta da tutti, quella di mettere da parte la presunzione di potercela fare da soli per lasciare spazio alla consapevolezza che siamo invincibili vicini. Se spesso ci ripetiamo che “l’unione fa la forza”, la vita ci insegna che la comunione permette di superare ogni debolezza! Ed è difatti nell’esperienza della condivisione non solo di sogni, di gioie e di speranze ma soprattutto della fragilità e della debolezza che spesso ci ha portati a toccare il fondo, che ciascuno ha almeno una volta sperimentato nella propria vita la presenza di qualcuno che gli è rimasto accanto.

Se avvolte ci convinciamo che le ferite possano passare con il tempo, poi ci accorgiamo invece che ci sono ferite (…) più profonde di quello che sembrano. Guariscono sopra la pelle, ma in fondo ti cambiano dentro.

L’esperienza di scoprire qualcuno che ci resta accanto ci salva: è questa la sfida più grande che ci viene affidata, alla luce di tante calamità, di tante tragedie, di tante emozioni represse che apportano numeri sempre più alti rispetto a scelte estreme, di giovani e meno giovani. Il bisogno di riscoprirsi vincenti anzi invincibili vicini, ci ricorda l’invito che dalla voce eloquente di don Tonino Bello giunge fino a noi oggi: IN PIEDI COSTRUTTORI DI PACE

 

Luigi Candela

Comunità III anno

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