Lo scorso mercoledì sera si sono svolti i festeggiamenti di Natale in “casa seminario”. Dopo la partecipazione e la condivisione della celebrazione Eucaristica abbiamo vissuto una serata “a spasso nel tempo”, ideata e organizzata dai ragazzi della V comunità.
Durante la celebrazione Eucaristica, padre Ronny, partendo dalla liturgia del giorno, ha sottolineato l’invito ad avere un cuore grato: «dobbiamo essere grati certamente al Signore e al Mistero grande dell’Incarnazione che ci è dato di contemplare in questo tempo. Un grazie va a voi seminaristi per l’impegno e la libertà che manifestate e nel modo in cui vi mettete in gioco per la vostra formazione e la vostra crescita. La gratitudine la esprimo anche verso l’equipe e le persone che aiutano il seminario dando vita a dinamiche formative ed edificanti. Il pensiero va agli animatori che hanno una grande passione per il seminario, per la fede e la chiesa. Penso agli psicologi per le loro competenze messe a servizio della formazione. Ringrazio i padri spirituali, i professori, il decano e tutti i collaboratori, il serra club».
Aggiunge: «questo spirito di gratitudine ci riporta alle Letture dove contempliamo due donne correre, sia nella prima lettura, sia nel Vangelo, Maria che corre da Elisabetta. L’amore ci coglie sempre impreparati. L’incarnazione che contempliamo in questi giorni è occupare uno spazio vuoto, qualcosa che è lasciato libero. Quindi non perché facciamo bene le cose o perché siamo preparati, e nemmeno per merito che viene il Signore, anzi c’è qualcosa che non è ben organizzato o che non è in ordine nella nostra vita ed è lì che ci fa visita l’amore di Dio. Anche san Giuseppe è impreparato, è “goffo” nei confronti della storia della salvezza. Questa precarietà ci riporta alla nostra, ci ricorda che il Signore non viene per nostro merito ma viene perché siamo manchevoli».
In un ulteriore passaggio, facendo riferimento al sentire e gustare ignaziano, riprende la Ratio fundamentalis, che afferma il bisogno di riconoscere i gusti, di discernere, perché nessuno è in grado di dire cosa sarà la società domani. Quando riconosceremo il gusto delle cose e il gusto di Dio lì potremmo metterci a correre incontro all’Amato.
Prosegue dicendo: «Gli studiosi si pongono una domanda: perché Maria corre? Ci sono tre ipotesi: per un’opera di carità, oppure per annunciare la bella notizia, ma qualcuno osa dire che la causa prima è lo stupore. Allora anche noi quando corriamo abbiamo tanti motivi, ma non dovremmo mai dimenticare che il primo motivo per cui lo facciamo è per il gusto che il Signore ci ha fatto sentire, per la pienezza di senso, per lo stupore di uno spazio vuoto che diventa incontro».
Conclude: «l’augurio per questo Natale è di fare memoria di cosa manca e di come il Signore lo sta abitando e colmando, di quale emozione viviamo e soprattutto se stiamo vivendo un amore vero».
A seguito della celebrazione la serata è proseguita nel refettorio, dove si è vissuto un bel momento di fraternità e divertimento. Ogni comunità, su suggerimento degli organizzatori, ha dovuto rappresentare un’epoca storica: il primo anno ha avuto in sorte la preistoria, il secondo anno il medioevo, il terzo anno l’antico Egitto e il quarto anno l’antica Roma. La serata è trascorsa tra cibo, musica e giochi, il tutto animato da due presentatori di eccezione, Giuseppe Carlino e Agostino Iannotta, paragonati ormai alle grandi coppie di show man della storia.