L’esperienza Immersiva

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L’esperienza Immersiva

L’arte – benché può anche tradursi in opere con finalità spiccatamente utilitaristiche – rappresenta sempre per l’uomo la massima espressione del mondo interiore donata al mondo attraverso le proprie creazioni.

In queste poche parole non vorrei certamente soffermarmi sul concetto di arte – non basterebbero poche righe per descrivere quest’affascinante mosaico di stili e colori – perché preferisco polarizzare l’attenzione su un nuovo modo di condividere l’arte stessa.

Un tuffo completo, grazie alla tecnologia, in questo mare immenso di emozioni e sentimenti che gli artisti in tutti questi anni hanno generosamente elargito al mondo interno. Un’esperienza mozzafiato che può coinvolgere l’intera nostra persona: non restiamo, così, soltanto spettatori passivi, ma i nostri cinque sensi diventano parte dell’opera stessa.

Anche se sta spopolando negli ultimi anni –  in particolare dal 6 gennaio 2021, la Francia riconosce come “affare di stato” la mostra immersiva, per la nascita del Grand Palais Immersif.

A mio parere, invece, tutto questo viene mostrato all’interno del film più amato degli ultimi tempi: “Una notte al museo” del 2006, diretto da Shawn Levy con protagonista Ben Stiller, in cui le opere del museo, proprio tutte, prendono vita. Questo porta ad avvicinare a questo mondo “nuovo” tutte le fasce d’età.

Vengono utilizzati tutti gli strumenti possibili che la tecnologia dei nostri tempi può dare: dai visori di realtà aumentata o VR, acronimo di virtual reality, agli audio diffusione immersivi e proiettori che permettono di avere effetti visivi da lasciarci a bocca aperta.

Attualmente la mostra più popolare in Italia è sicuramente quella di Van Gogh aperta da dicembre 2022 presso la Chiesa di San Potito a Napoli, che dal 2017 ha raggiunto circa 5.000.000 di visitatori.

Ma una domanda è opportuna: perché utilizzare tutto questo? Soltanto per rapire emotivamente?

In questi anni, attraverso diverse esperienze, va costruendosi in me un’idea ben chiara: la tecnologia ormai fa parte del nostro mondo e può avere diverse sfaccettature, positive e negative. Tuttavia, non basta ignorarla se non riusciamo a comprenderla: tocca a noi darle la direzione giusta, conoscendola.

L’arte è proprio la strada ideale per mostrare la parte positiva. Quando si gioca con i sensi, si riesce a raggiungere il cuore della persona, si riesce a mostrare il bello che l’uomo può dare a questo mondo. Un connubio di equilibrio tra il Creato di Dio e le creazioni dell’uomo. Se viene mostrato questo equilibrio, significa che la direzione è proprio quella auspicata. Se si riesce a portare un sorriso alle persone in questo mondo stiamo facendo quello che Dio ci ha insegnato.

 

Giuseppe Sarnataro

(Comunità III anno)

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