La celebrazione Eucaristica intercomunitaria di questo giovedì è stata presieduta da don Valerio Bersano, Segretario Nazionale delle Pontificie Opere Missionarie.
Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. (Mt 7,21) Il buon Dio ci dona più di quanto noi osiamo chiedere, il nostro problema è non sapere cosa chiedere, come chiederlo. Oggi sentiamo che c’è il rischio di riempire l’incontro con Lui delle nostre parole, spesso fuoriluogo e non della Sua.
Occorre sempre ri-cominciare, in questo inizio dobbiamo verificare con pazienza e umiltà se siamo quelli delle chiacchiere davanti al Signore, oppure siamo coloro che aderiscono pienamente al regno dei Cieli. Ogni mattino, dobbiamo ricordare il cammino che il Signore ci dà di percorrere.
Rivolgendosi a noi, giovani in discernimento, don Valerio ci ha spronati a vivere la nostra sequela nell’ascolto, a metterci in questione, a svegliarci dal torpore. “Ascoltare significa mettersi in silenzio, dire in fondo ci sei Tu ed è più importante di ciò che ho da dirti. È una risorsa avere giovani che nelle nostre chiese si pongono domande e si mettono in ascolto”. Solo chi ascolta vive, ma chi non ascolta crede di vivere.
Confidate nel Signore sempre,
perché il Signore è una roccia eterna. (Is 26,4)
Il Signore ci chiede su cosa appoggiamo la nostra vita?
Chi fonda la casa sulla sabbia, fonda la sua casa sulla superficialità, l’orgoglio, la presunzione. Costruisce sulle proprie piste, sulle proprie strade. Questa roccia sabbiosa, tante volte non vogliamo vederla. Abbiamo bisogno che qualcuno ci rimetta in carreggiata, perché tante volte questa roccia sabbiosa non riusciamo a vederla, non vogliamo. Molto spesso anche il nostro cellulare può diventare la roccia sabbiosa, dove ci appigliamo. “Chiediamoci, quanto tempo dedico alla parola di Dio e quanto al cellulare?”
“Siate giovani attenti alle parole, ma soprattutto attenti a vivere con coraggio, dedizione e gratuità”. È questa, una delle caratteristiche principali della vita missionaria. Nel concludere la sua omelia, il missionario ci ha esortati così: “Abbiate il coraggio di fondare la vostra vita sulla gratitudine, non abbiate fretta, non mettetevi subito a parlare, ma mettetevi in ascolto per dare spazio all’altro, alla parola di Dio profondamente, dove il Signore ha iniziato a lavorare con forza”.
Non poteva non mancare un pensiero al gruppo di Animazione Missionaria (GAMIS) che proprio in questa occasione ricorda il suo centenario di presenza nel nostro seminario: “L’esperienza di tanti e la gratitudine di molti per l’animazione missionaria di cui ha beneficiato questa comunità in questi anni possa alimentare ancora occasioni di ascolto, di incontro, occasioni per crescere ancora sulla parola di Dio che infuochi noi e tutta la Chiesa.”