RAGGIANTE DI LUCE: CASA DI DIO!

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RAGGIANTE DI LUCE: CASA DI DIO!

È bello per noi essere qui!” (Lc 9,33):

è l’esclamazione con cui i discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni cercano di esprimere l’ineffabile esperienza vissuta con Gesù sul Tabor, a partire dalla quale quest’anno siamo invitati a vivere il nostro cammino formativo come occasione favorevole per rivivere questa loro esperienza, facendo nostro l’invito del salmista: “Guardate a Lui e sarete raggianti” (Sal 34,6). Lì “sul monte”, guardando al loro Maestro e Signore trasfigurato, i discepoli hanno sostato davanti al mistero di Dio che “abita” in mezzo agli uomini, facendo della nostra storia il luogo della sua “dimora” (cf. Zc 2,14), la sua “casa”; essi hanno contemplato il sogno di Dio sulla nostra fragile umanità “chiamata” a diventare riflesso della sua vita divina.

Pietro descrive la bellezza del mistero che hanno sperimentato attraverso l’immagine delle “tenda”, alludendo a quelle che Israele ha piantato nel deserto dell’esodo, fra le quali ha accolto e seguito la presenza misteriosa di Dio lungo tutto il loro faticoso peregrinare. Questo mistero è stato pienamente e compiuto in Gesù, lungo il suo pellegrinaggio terreno e nella sua Pasqua: la sua umanità è stata la “vera tenda”, nella sua umanità Dio ha trovato piena accoglienza, ha “trovato casa”. L’esclamazione di Pietro, allora, più che un sentire emotivo personale, esprime la chiamata universale rivolta ad ogni creatura, ad ogni discepolo di Gesù, a diventare una storia, una vita raggiante della luce divina: ad essere casa di Dio.

Questa misteriosa chiamata è già adombrata nella concezione immacolata dell’umanità “nuova” di Maria. Nel suo peregrinare terreno, la Vergine Madre ha saputo guardare nella Luce della fede, la Luce che è suo Figlio, ogni nebbia e oscurità del cammino sperimentata nella “casa dell’annuncio”, come in quella “dell’alba nuova” e poi “del fuoco”, passando per quella “del dolore”.  Così Maria ha reso ogni tappa da percorrere dietro suo Figlio una dimora luminosa, una casa piena della divina Presenza in cui esclamare: “è bello, Signore, essere qui!”. Così, di tappa in tappa, di dimora in dimora, la sua stessa vita è diventata casa di Dio.

Come famiglia del Seminario, anche noi quest’anno siamo invitati ad innalzare il nostro sguardo alla luminosa umanità di Gesù dal buio delle nostre personali e comunitarie fragilità per avvolgerle e rischiararle alla sua Luce.

In questi nove giorni di preghiera in preparazione alla solennità dell’Immacolata, vogliamo contemplare Maria in alcune tappe del suo peregrinare nella fede, attraverso le meditazioni offerte alla nostra preghiera dai seminaristi della nostra comunità e da alcuni contributi esterni; attraverso le opere artistiche presenti nelle nostre comunità diocesane di origine e le orazioni con cui la Chiesa celebra la memoria di Maria nella liturgia. Soprattutto, in ogni tappa vogliamo invocarla con i titoli litanici che la sapiente tradizione della Chiesa ci ha consegnato, dove scorgiamo alcune delle virtù di Maria da imitare perché ci aiuti a “piantare tende”, a far diventare “casa di Dio” i passi del nostro cammino formativo, “luoghi” e “tempi” in cui poter accogliere e seguire la presenza di suo Figlio. Così in ciascuno di essi, potremo esclamare con Maria la bellezza della nostra fragilità che, per grazia, diventa capace di irradiare la sua Luce, di essere casa di Dio per l’uomo che incontriamo sul nostro cammino.

Buona preghiera! Buona solennità!

 La comunità di III ANNO

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