Con la fine della terribile dittatura comunista, il 4 novembre del 1990, l’Albania venne alla ribalta sulla scena internazionale. Imparammo a conoscere un popolo fiero e antico ma ferito nella sua dignità da un regime assurdo e antiumano che, lentamente, l’aveva portato alla rovina. Ma non tutto era finito! Sotto la cenere il fuoco aveva continuato ad ardere e bastò poco per rianimare la fiamma. Venne fuori una storia di testimonianza eroica fino al martirio. Gli edifici di culto erano stati distrutti ma la Chiesa era sopravvissuta. Sono ormai passati più di 30 anni e nonostante molte cose debbano ancora migliorare, l’Albania è un luogo più sicuro, capace di guardare al proprio futuro con speranza. Le diverse Chiese Cristiane sono ormai ben strutturate e si dedicano con passione alla promozione dell’uomo, all’annuncio del Vangelo e alla testimonianza della carità. Anch’io sono stato protagonista di questa rinascita della Chiesa presa come sacerdote fidei donum, prima come parroco dei villaggi di Rragam, Sheldi, Mazrrek e Shpor, come vice rettore e poi rettore del Seminario Interdiocesano di Scutari. Diciotto anni vissuti in quella Chiesa dove più che dare ho ricevuto tanto in testimonianza ed entusiasmo nel vivere la mia fede. Voglio concludere con le parole di Papa Francesco durante l’omelia della Santa Messa a Tirana: ‘‘L’aquila vola in alto e lontano, ma non dimentica il suo nido. Anche voi giovani albanesi, non lasciatevi rubare il coraggio di volare in alto e non dimenticate il diritto a poter vivere bene in questo bel Paese. Volate in alto! ”.
Don Leonardo Falco