Mendicanti tra i mendicanti: annunciare il kerygma ai nostri giorni

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Mendicanti tra i mendicanti: annunciare il kerygma ai nostri giorni

Dopo due anni di pandemia, in mezzo a scompigli e disordini generali, un po’ tutti noi cristiani coviamo interiormente una grande domanda: “ed io, oggi, come posso oggi annunciare che Gesù è risorto?”. È un po’ l’interrogativo quotidiano che ogni evangelizzatore si fa, in modo esplicito o implicito: la realtà che ci circonda ci interpella, ci chiede di rendere ragione della speranza, della luce che vediamo oltre il buio che sembra avvolgerci.

Noi comunità di quarto anno ci siamo interrogati su cosa significa essere evangelizzatori in questo tempo, e lo abbiamo fatto durante l’annuale esperienza laboratoriale, lasciandoci aiutare da alcuni sacerdoti che hanno raccontato prima di tutto la loro esperienza parrocchiale, e poi ci hanno consegnato alcune linee guida sia per organizzare un incontro di catechesi sia per impostare un percorso catechetico\biblico in una parrocchia.

Protagonista del primo momento del laboratorio è stata l’arte: è possibile annunciare il kerygma servendosi di linguaggi diversi dal solito linguaggio ecclesiale? In realtà è stata questa la domanda alla base dell’intera esperienza laboratoriale: imparare linguaggi diversi, essere bi-lingue, per poter comunicare, con quei linguaggi, la bellezza dell’esperienza cristiana. Provocati da immagini diverse, abbiamo così vissuto una catechesi sul “Crocifisso Risorto”.

Il secondo momento è stato più tecnico: aiutati da alcuni esperti, i “giovani evangelizzatori” hanno cercato prima di tutto di comprendere quelli che sono i fondamenti magisteriali della catechesi. In seguito, soprattutto grazie alla testimonianza di don Vitale Luongo, parroco di una parrocchia delle nostre diocesi che ha raccontato come ha impostato nella sua parrocchia il percorso di catechesi, dopo esserci divisi in gruppi abbiamo provato a progettare un itinerario di evangelizzazione per giovanissimi, giovani-adulti, ragazzi in preparazione alla cresima e ministri straordinari dell’eucarestia. Poi, aiutati da don Enzo Appella, professore di Sacra Scrittura nella nostra Facoltà, siamo stati provocati sull’importanza della Parola in un percorso catechetico, Parola alla quale siamo prima di tutto affidati, e che solo in seguito ci viene affidata. Inoltre, sempre con don Enzo, grazie ad alcuni suoi consigli, abbiamo provato ad organizzare un vero e proprio percorso di catechesi biblica.

Il terzo momento, infine, è stato quello in cui abbiamo messo le mani in pasta: divisi in 3 gruppi diversi, abbiamo realizzato per la nostra comunità 3 catechesi partendo dai linguaggi conosciuti dai nostri amici: quello della musica, quello della letteratura e quello del cinema. Tra musica classica e moderna, tra versi di Pessoa e clip di Zerocalcare, ci siamo cimentati nel fare alcuni incontri come se avessimo davanti a noi i giovani delle nostre parrocchie. Dopo ogni catechesi, ci siamo confrontati su quelli che sono stati sia i punti di forza sia gli aspetti da migliorare della catechesi stessa.

Così, lasciandoci interrogare da quelli che sono gli interrogativi dei nostri coetanei, abbiamo fatto nostra quella bella frase secondo cui “l’evangelizzatore è quel mendicante che dice ad un altro mendicante dove trovare il pane”.

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