Una conversione a doppio taglio

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Una conversione a doppio taglio

Esperienza estiva comunità I anno 2020/2021

“Gesù […] non ci chiama a domandarci chi sono quelli vicino a noi, bensì a farci noi prossimi, vicini”   Papa Francesco ( “Fratelli Tutti”, n. 89)

Anche per gli ultimi della nostra società c’è speranza di cambiare le loro condizioni, in essi arde sicuramente il desiderio di voler uscire dallo status in cui si trovano, ma, devono fare molto spesso i conti con il rimorso di scelte sbagliate innanzitutto, oppure, potrebbero pensare ad opportunità perse se non, addirittura, di aver colto direttamente situazioni sbagliate. L’autostima cala sempre di più colpita anche dalle etichette scagliate da chi sta intorno e, qualora germogliasse quel seme di possibilità e di speranza, esso troverebbe la strada sbarrata ovunque.

L’esperienza estiva, proposta al termine del primo anno di cammino, ci ha portati presso la cooperativa sociale “Al di là dei sogni” che opera sul bene confiscato sito in località Maiano, nel comune di Sessa Aurunca (CE).

Al nostro arrivo siamo stati accolti dal Sig. Simmaco Perillo, rappresentante legale, che ci ha illustrato la storia del progetto che mira alla sensibilizzazione della lotta alla camorra contrastandola, in particolare, attraverso la strategia del reinserimento sociale e l’attenzione verso i dimenticati e gli emarginati.

Nella nostra settimana di campo “E!State Liberi” abbiamo avuto modo di partecipare alla vita della cooperativa che si occupa anche di attività agricole di cui i frutti sono destinati alla lavorazione di prodotti artigianali. Questa, che potrebbe sembrare la parte più faticosa, come vedremo, non lo è! Abbiamo vissuto anche momenti di formazione attraverso laboratori, testimonianze e condivisioni che ci hanno scosso e provocato.

A partire già dal primo incontro abbiamo affrontato il tema dei pregiudizi, tasto dolente per ciascuno di noi: solo il fermarci a riflettere su quanti ne abbiamo, di quanto siano influenzanti e sempre più stringenti fino ad appiattire la vita quotidiana.

Un esempio lampante sono le amicizie nate stesso lì, noi non eravamo gli unici, con noi c’erano alcuni giovani della parrocchia del “S.S. Redentore” di Roma e un gruppo di volontari di un presidio “Libera” in provincia di Livorno. Ognuno è arrivato già con un’idea immaginando l’ambiente e le persone. Lo scambio tra opinioni e idee differenti, con sana apertura e curiosità, ha portato tutti a ricredersi, basti pensare alla nostra presenza: giovani in discernimento verso la vita consacrata in dialogo con ragazzi coetanei che, con la maggiore età,  si affacciano al mondo adulto e sono chiamati a dare forma alla propria vita,  insieme anche agli adulti presenti che hanno il loro bagaglio e vivono l’impegno quotidiano tra lavoro, scuola e famiglia.

Benvenuti nella “Terra dei fuochi” o nella “Terra di Don Peppe Diana”?

Il messaggio di cui facciamo tesoro, e che ci impegneremo a testimoniare, è renderci consapevoli di essere i diretti responsabili del destino altrui in una società dove regna la disparità, causa principale della diffusione di fenomeni quali la criminalità e la delinquenza.

Coloro che sono svantaggiati corrono il rischio di cadere in questo baratro spinti dalla percezione che hanno di sé ascoltando la gente che pone dei marchi resi, poi, indelebili a causa dell’indifferenza.

Il primo passo tocca ad ognuno di noi nel convertirsi dai propri pregiudizi verso il prossimo prendendo fiducia che anche per loro c’è una possibilità certa di riscattarsi, ma, è necessario il nostro aiuto. Solo cambiando noi saremo da supporto all’altro la cui volontà di fiorire è come una mano tesa in cerca di sostegno.

 

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