Durante tutta questa settimana è venuto a fare visita al nostro Seminario il missionario saveriano Padre Cesare Reghellin, nato a Schio, una cittadina del vicentino ai piedi del monte Pasubio. Dopo il terzo anno di Teologia, gli fu offerta la splendida possibilità di un’esperienza in missione. Assieme ad altri due compagni, è andato in Inghilterra per lo studio della lingua e poi in Indonesia. Dopo l’ordinazione, gli è stato chiesto di dedicare qualche anno di servizio alla regione italiana e poi è stato destinato a Buenaventura, in Colombia, una città sulla costa dell’oceano Pacifico. Dopo due anni passati a Roma nell’approfondimento della Bibbia, è stato interpellato dalla Direzione generale per l’apertura di altre nuove missioni, in particolare in Mozambico.
Della sua vita possiamo dire di conoscere qualcosa perché ha avuto modo di raccontarcela in uno stupendo incontro di due ore tenutosi martedì in Aula Magna.
Oggi, giovedì 18 novembre, ha presieduto la Celebrazione Eucaristica intercomunitaria, in un clima di gioia e di serenità. Nell’omelia ha detto che il brano evangelico proposto dalla Liturgia (Lc 19, 41-44) ci mostra come “Gesù piange perché Gerusalemme non ha compreso la via della pace”: questa via è spiegata dallo stesso evangelista Luca a partire dal capitolo 18, in cui si dice che il Figlio dell’uomo sarà schernito e oltraggiato, il che, del resto, faceva notare P. Cesare, ci ricorda chiaramente la sorte profetizzata oggi per Gerusalemme. Il Figlio dell’uomo però, a differenza della Città Santa, risorgerà dai morti: è questa la via della pace! Anche i discepoli non capivano ciò; la via della pace è l’accoglienza dell’altro -si pensi all’episodio di Zaccheo- e “quando uno si sente accolto, cambia”. Ha poi aggiunto che “la malattia più grande è sentirsi rifiutato” da chi vuole spadroneggiare, mentre la via di Gesù, che entrerà poi a Gerusalemme cavalcando un umile asinello, è la mansuetudine: “questo” ha affermato infine “è ciò che presentiamo nelle missioni”.
Ringraziamo il Signore per il dono della visita di Padre Cesare, per le parole che ha saputo spendere per noi e per il tanto buon esempio che ci ha voluto trasmettere. Anche ora che andrà via, per continuare la sua vita tutta dedita al servizio di Gesù, ci impegniamo a portarlo sempre nel nostro cuore e, soprattutto, nelle nostre preghiere.