Il giorno 28 aprile 2021 nel nostro Seminario si è svolta la consueta messa intercomunitaria in occasione della festa solenne di Sant’Alfonso Maria De Liguori, patrono del Seminario. Quest’anno ricorreva anche la festa degli ex-alunni, che a causa della pandemia e delle norme di contenimento, non ha visto la partecipazione fisica di tanti, ma che comunque ha unito tutti nella preghiera e nel ricordo.
La celebrazione eucaristica è stata presieduta dal Sua Ecc. Rev. Mons. Francesco Marino, vescovo di Nola e presidente dei Vescovi firmatari del nostro Seminario. Sin dal saluto introduttivo, commosso, Mons. Marino, ha riportato alla memoria di tutti, gli anni trascorsi nel seminario prima da seminarista, poi da formatore e docente presso la sezione accademica. Ha ribadito anche l’importante cammino di rinnovo avvenuto nel nostro seminario, non solo delle “mura” ma anche quello quotidiano delle “persone”.
Nel pensiero omiletico, con emozione, dopo aver ringraziato p. Franco per l’amicizia e per il servizio che svolge assieme ai formatori, ha subito invitato a tenere lo sguardo fisso su Sant’Alfonso Maria de Liguori, attraverso le parole e la descrizione di un testo letto negli anni precedenti:
«Sant’Alfonso è il santo del secolo dei Lumi, cioè un santo incarnato nelle situazioni e domande del suo tempo, delle domande di vita della gente del suo tempo. Innovatore e attento alle persone, a ciò che le persone dicevano. Un santo missionario che si prodigava per la diffusione della fede, evangelizzatore. Sant’Alfonso aveva fatto il voto di non perdere tempo, ascoltava e parlava in modo semplice, per toccare il cuore»
L’invito è a valorizzare la vita formativa che si dà nella comunità con la cura di chi ci vuole bene, dei formatori che con noi vogliono bene alla Chiesa. La vocazione, esorta ancora Mons. Marino, «è risposta alla chiamata di Dio, ma il senso della vocazione, è la donazione e spendersi per la missionarietà e santificazione della Chiesa, cosi come anche Sant’Alfonso ha fatto».
E poi rivolgendo uno sguardo alla Parola che la liturgia del giorno offre, attraverso le parole di Atti 12,24-13,5: «In quei giorni la parola di Dio cresceva e si diffondeva» e «C’erano nella Chiesa di Antiochia profeti e maestri», il vescovo ha esortato:
«Anche la parola di Dio che abbiamo ascoltato ci invita a guardare i carismi dei profeti e dei maestri della comunità, come descritto da Paolo, che vive la gioia e la pienezza carismatica che aiuta ad abitare la propria missione. La comunità crede, vive e spera nel Signore e inviati dallo Spirito comunica la fede. Cosi la comunità di Seminario, come quella dei cristiani, deve vivere con fervore e disponibilità i carismi e una fede aperta alla realtà, in relazione gli con gli altri e in cui si lascia sorgere l’opera di Dio e dello Spirito Santo. Cari seminaristi vi auguro di vivere la bellezza di questo tempo che il Signore vi dona, in cui Gesù ci dice che lui è la Luce che illumina la vita e ancora dice a ciascuno che la sua misericordia è infinita. Cosi lasciate che il vostro cuore lo conosca…»
Con questi moniti impressi nel cuore, abbiamo davvero festeggiato, nonostante il tempo “diverso”, la festa della nostra comunità, consapevoli che la formazione è davvero un bene inestimabile perché dono di Dio e in Lui tutti fratelli, «inviati dallo Spirito», missionari per il mondo.