La celebrazione intercomunitaria di mercoledì delle ceneri, presieduta da Padre Franco Beneduce, è stata occasione di riflessione profonda su questo periodo di quaresima come chiamata alla conversione in ogni aspetto della vita cristiana. Il rettore, facendo eco alle parole del vangelo, ci ha fortemente richiamati ad essere sempre attenti, questo ci ricorda l’austero segno delle ceneri che oggi riceviamo, è un segno che ci richiama ad essere pronti a cogliere l’occasione di conversione del cuore. Come questo segno anche l’esperienza di questi giorni, attraverso gli eventi legati alla diffusione del coronavirus, ci scuote dal torpore di vivere in una totale inconsapevolezza e incoscienza di vita, in una situazione in cui si aggiungono giorni alla vita piuttosto che vita ai giorni.
Dobbiamo essere quindi maggiormente presenti a noi stessi e mettere ogni azione quotidiana e di servizio sotto lo sguardo amorevole del Padre. Quando noi facciamo questo, attraverso una testimonianza nel servizio, nella cura ed attenzione per il prossimo e nel silenzio, come ci siamo ricordati vicendevolmente nell’assemblea, il Signore dice una parola attraverso ciascuno di noi.
Ma come fare per riprendere questa consapevolezza?
Innanzitutto attraverso la preghiera che, come ci ha ricordato Papa Francesco nel messaggio per la quaresima di quest’anno, è innanzitutto un dialogo cuore a cuore, da amico ad amico. Ecco perché essa è così importante in questo periodo quaresimale, prima di essere un dovere, essa è un modo di corrispondere all’amore di Dio che sempre ci precede e ci sostiene.
Stiamo attenti a crescere nella fede perché Dio è sempre all’opera ed ama il mondo e, nonostante la presenza drammatica del male nella nostra vita e nel mondo, questo spazio, questo tempo di conversione esprime la tenace volontà di Dio di non interrompere il dialogo di salvezza con noi.
Il digiuno, come rinuncia volontaria a qualcosa di essenziale, è una vera scuola per imparare a dare la vita, ad essere liberi e a donarsi pienamente. Ciascuno di noi, con l’aiuto del padre spirituale, e dei compagni di cammino, si interroghi su cosa è chiamato a rinunciare.
Il Papa ha anche parlato dell’uso fuorviante dei nuovi mezzi di comunicazione, ognuno di noi è sempre chiamato a rivedere l’utilizzo che ne fa. Questi mezzi ci mettono in comunicazione con tutto il bene che esiste nel mondo, ma anche con tutto il male. Digiunare anche da questi mezzi è un modo per imparare ad utilizzarli più consapevolmente. Facciamo questo discernimento anche dinanzi all’Eucaristia, per chiedere al Signore in cosa digiunare e come farlo al meglio.
Un’altra raccomandazione è anche, come modo di ricevere la grazia speciale di questo periodo, la confessione, e spendere maggior tempo dinanzi al tabernacolo.
Ricordiamo infine nella preghiera l’incontro del Papa con gli economisti ad Assisi, affinché possiamo essere sempre maggiormente consapevoli di come utilizzare in maniera consapevole e giusta.
In conclusione, chiediamo un cuore rinnovato per grazia, per poter vedere meglio noi stessi e Dio, come raccontato in questa antica storia: come nell’acqua un volto riflette un volto così il cuore dell’uomo l’uomo. per vedere un volto riflesso nell’acqua è necessario avvicinarsi molto alla superficie e dunque allo stesso modo è necessario avvicinarsi molto al cuore del prossimo per poter vedere sé stessi.