“INCONTRARSI AI CROCICCHI PER RACCONTARSI” – Primo incontro “Tra le Terre…Il Mediterraneo e le sue narrazioni”

top feature image

“INCONTRARSI AI CROCICCHI PER RACCONTARSI” – Primo incontro “Tra le Terre…Il Mediterraneo e le sue narrazioni”

Venerdì 24 gennaio, presso l’Aula Magna “Paolo VI” della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia MeridionaleSez. San Luigi, ha avuto inizio con il Prof. Romano Prodi, già Presidente del Consiglio dei Ministri e Presidente della Commissione Europea, il ciclo di incontri Tra le Terre…Il Mediterraneo e le sue narrazioni, promosso dal Corso di Specializzazione in Teologia Fondamentale – Indirizzo di Teologia dell’esperienza religiosa nel contesto del Mediterraneo della Sezione San Luigi della PFTIM, in collaborazione con i Padri Gesuiti del Collegium Professorum e con il Pontificio Seminario Campano Interregionale, con sede a Napoli-Posillipo. 

 

Dopo i saluti introduttivi del Rettore p. Franco Beneduce sj, ad aprire l’incontro sono state le parole pronunciate da Papa Francesco nella recente visita alla nostra Sezione del 21 giugno scorso, in occasione del Convegno La Teologia dopo Veritatis gaudium nel contesto del Mediterraneo, attraverso le quali ci ha esortato a farci promotori di una «teologia dell’accoglienza e del dialogo» e a «promuovere processi di liberazione, di pace, di fratellanza e di giustizia» nel contesto del Mediterraneo.

 

Seguono le parole di p. Pino Di Luccio sj, Decano della Sezione San Luigi, il quale – constatando il cambiamento di paradigma in corso nel nostro contesto complesso e plurale – ha lasciato risuonare le domande che animano e orientano la riflessione teologica: «Che cosa dice la teologia oggi? Come e a chi parla? Quale teologia è adatta al nuovo contesto?». Conclude indicando nel «criterio della dialogicità» una via e auspicando che l’ascolto, previo al dialogo, diventi un esercizio pratico per tutti gli incontri.

 

Interviene il prof. Armando Nugnes, coordinatore assieme alla prof.ssa Giuseppina De Simone del Progetto della PFTIM Il Mediterraneo come luogo teologico, sottolineando il desiderio delle tre istituzioni che costituiscono il «Polo di Posillipo»«faro», ma anche «crocicchio», «luogo di incontro, di dialogo e di promozione della cultura nella città di Napoli e nel meridione di Italia» – di mettersi «in ascolto delle narrazioni che hanno il Mediterraneo come oggetto, ma anche come soggetto», lasciandosi provocare dalle seguenti domande: «che cosa è il Mediterraneo? […] come viene narrato nei diversi contesti ed ambiti vitali condivisi (politica, economia, informazione e arte) e quale narrazione ci offrono gli esuli, i martiri del Vangelo e della promozione della giustizia, e le stesse comunità credenti?».

 

Finalmente la parola passa al prof. Romano Prodi, già Presidente del Consiglio dei Ministri e Presidente della Commissione Europea, il quale ha deciso di modificare in corso d’opera il titolo della relazione: da «La narrazione dell’economia e della politica» a «La narrazione della politica e dell’economia». Per quale motivo? Parlando a braccio, ma non a casaccio, ha dipinto un quadro geopolitico del Mediterraneo come “terra” tra «due poli»: da un lato la «potenza militare» degli Stati Uniti e dall’altro la «potenza economica» della Cina.

Interessante il parallelismo individuato tra la marginalizzazione dell’Italia nel XVI secolo – sprovvista di quei «galeoni» che consentivano invece agli spagnoli di salpare alla volta del “Nuovo mondo” – con la marginalizzazione dei paesi del Mediterraneo incapaci di offrire un’alternativa ai nuovi «galeoni» di Amazon, Apple, Alibaba. Sembra che l’Europa non sia capace di far fronte al «cambiamento tecnologico» che ha favorito l’ingresso di «nuovi attori» sulla scena dell’economia mondiale. Inoltre non è capace di arrestare la corsa di quei «poteri regionali» – come la Russia e la Turchia – che hanno tratto benefici dalla fallimentare gestione europea della crisi in Medio Oriente: è necessario, dunque, che «la politica europea prenda in mano il problema» e si impegni nella «riorganizzare dei criteri economici, politici e sociali di quest’area». Il punto è che in questo momento «non siamo protagonisti della storia». Se vogliamo avere un dialogo di tutti i tipi, dobbiamo correggere questa situazione: l’Europa si è chiusa rispetto al Mediterraneo dopo la caduta del muro di Berlino, concentrando le sue risorse e le sue energie ad Est. Si potrebbe «ricostruire una centralità del Mediterraneo» rendendolo nuovamente «un luogo frequentato»: ad esempio «annacquando le nostre antipatie» verso possibili partners commerciali come la Cina, facendo investimenti comuni; oppure promuovendo una sorta di «programma Erasmus» tra le università delle principali città del Mediterraneo. Ed è proprio la ricerca di una «unità umanistica», prima ancora che economica, la strada da percorre, secondo il prof. Gennaro Carillo, Docente UNISOB – Napoli, intervenuto alla fine del discorso del prof. Romano Prodi, apprezzandone l’«approccio storico-critico fondato sulla prassi».

 

A chiudere la serata, dopo un momento di dibattito, i ringraziamenti del Rettore p. Franco Beneduce sj, il quale ha omaggiato il prof. Romano Prodi con una scultura di Lello Esposito e invitando i presenti al prossimo appuntamento, sperando possa essere per noi un’ulteriore occasione di incontro ai crocicchi per raccontarsi, perché come ha scritto papa Francesco nel Messaggio per la 54ma giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali: «nella confusione delle voci e dei messaggi che ci circondano, abbiamo bisogno di una narrazione umana, che ci parli di noi e del bello che ci abita. Una narrazione che sappia guardare il mondo e gli eventi con tenerezza; che racconti il nostro essere parte di un tessuto vivo; che riveli l’intreccio dei fili coi quali siamo collegati gli uni agli altri».

Redazione Communio

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *