Don Rocco Coppolella ha presieduto oggi la celebrazione eucaristica intercomunitaria e le prime parole che ci ha rivolto sono state un forte invito alla gratitudine per le parole che Dio, ogni giorno, ci rivolge attraverso la ricchezza della liturgia.
Poi ci ha fatto un doppio invito proprio partendo da questa gratitudine e attenzione, ovvero quello di fare memoria, fissare bene nella mente e nel cuore, quello che Dio ci ha suggerito nella meditazione attraverso la sua parola, e poi di presentargli i frutti in questa celebrazione.
La parola su cui poi ha iniziato la sua riflessione è proprio quella alla fine del vangelo di oggi: “essendo il loro cuore indurito”.
Queste parole lo hanno condotto a ricordare un episodio molto bello avvenuto il 4 gennaio di quest’anno a un amico che attendeva la nascita di sua figlia. All’udire la voce, il grido della bambina ha potuto sperimentare una forte gioia che lo ha trasfigurato nel volto donandogli tanta luce, proprio come descritto dal profeta Isaia: “Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce”.
Proprio come in questo episodio, noi non dbbiamo mai dimenticare quell’incontro con Gesù che ci ha cambiato la vita! Infatti, Don Rocco ci ricorda che il pericolo più grande che corriamo è quello di avere un cuore senza più tensione vocazionale. Proprio per questo motivo dobbiamo legarci fortemente al Signore, perché non ci sono altri motivi per vivere una vocazione.
Chiediamo anche un cuore umano, perché la nostra risposta al mistero dell’incarnazione può essere solo quella di divenire più umani e, senza paura del limite e delle debolezze, gettare tutto nel mistero dell’amore di Dio. Chiediamo sempre al Signore di custodire un cuore innamorato, appassionato e alla ricerca di Lui. Che il Signore ci aiuti a viverlo qui e poi da ogni altra parte.
Spezzare la Parola, come spezzare il Pane . Grazie don Rocco. Riesci a farmi riflettere e ad aprire il cuore a Cristo