Giovedì 14 Marzo la nostra comunità di seminario ha celebrato la messa intercomunitaria in ricordo di Fr. Vincenzo Corradino S.I. presieduta da don Carmine Fischetti, animatore della comunità di quarto anno. Di seguito l’omelia di don Carmine:
«Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono!
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti».
La Parola di Dio ascoltata ci aiuta a vivere in profondità questo tempo quaresimale: tempo prezioso di memoria grata e slancio per la vita di ciascuno di noi come chiamati. Un tempo in cui dar valore a quello che ci portiamo dentro, alla nostra storia, a quello a cui ci prepariamo… Senza approfondire, nella prima lettura, si legge tra le righe un tema quaresimale fondamentale quello della scelta in ordine all’amore – una scelta che accompagna la vita di ogni uomo prima che del credente per operare delle svolte nella propria vita. La regina Ester, infatti, è posta di fronte a una scelta imprescindibile: rischiare la propria vita per salvare il suo popolo o salvare la propria vita rischiando la distruzione del suo popolo? Senza esitare, con risolutezza, decide la prima soluzione esponendosi con il re per la salvezza del popolo…
Ma è il Vangelo che ci guida in modo ancora più profondo a dar valore ad un’altro tema fondamentale della quaresima: il ricentrarsi su ciò essenziale per la mia vita di credente e di chiamato. Il Vangelo infatti descrive in modo sottile i tempi della vocazione: le origini, la quotidianità, l’orizzonte del fare nostra la paternità ministeriale… proprio nelle tre parti del Vangelo.
Le origini della vocazione: Tre indicazioni di Gesù sul come vivere la preghiera e la relazione con Dio Padre: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. In altri termini, l’invito è a fare memoria viva di ogni richiesta, di ogni ricerca, di ogni bussata che ci ha permesso di entrare in intimità sempre più profonda con Dio…
Mi piace leggere in questi tre inviti proprio l’inizio cammino del credente che gradualmente si avvia lungo le tre vie dell’ascesi antropologico-cristiana e trova familiarità con queste: la via purificativa, illuminativa, unitiva: vie che si intrecciano nella vita del credente ma che rappresentano anche una gradualità che permette di fare dei salti di qualità nella vita…
Chiedete e vi sarà dato: far memoria di ogni richiesta è far memoria di come il Signore ci è stato accanto nei nostri bisogni, nei nostri non sensi esistenziali, nella ricerca di risposte, nelle ferite bisognose di guarigione, nel desiderio di salvezza… di come in sintesi il Signore ci ha incontrato lungo il nostro cammino e ha dato risposta alla nostra sete di salvezza, di essere guariti, di essere amati per quello che siamo e perdonati, di trovare un senso alla nostra vita… ecco la via purificativa: una esperienza di incontro con il Salvatore che mi fa sentire amato, mi guarisce e perdona, dà senso alla mia esistenza. Via che tutti in particolare all’inizio del cammino sperimentiamo come profondamente vitale in noi…
Cercate e troverete: l’incontro con il Signore Gesù è una esperienza sconvolgente e affascinante… ci si sente profondamente attratti da questa persona che ci chiede di seguirlo per iniziare un cammino, un cammino di ricerca di chi è Lui per me? – Chi è per me Gesù Cristo? È la domanda che si rinnova sempre nel percorso… cercate e troverete – la Parola in cui Dio si rileva e gli eventi della nostra vita toccati da Lui diventano per noi illuminazione continua, sempre nuova ed affascinante sul suo mistero
– via illuminativa.
Infine, bussate e vi sarà aperto: il Signore ci invita a vivere il mistero più grande ossia l’entrare in intimità con Lui, nell’immagine dell’entrare nella sua casa: il luogo della familiarità e dell’intimità. Ci invita a conoscerlo intimamente e infine seguirlo sulla via della croce – via unitiva.
La quotidianità della vocazione: Imparare a fare nostro lo stile della regola aurea: tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti.
La regola aurea è il succo delle Legge e dei Profeti: in altri termini, chiede di acquisire quella sapienza di vita che permette di tenere viva la fede, la carità, la comunione fraterna… ed ecco che per questo la regola aurea diventa pane quotidiano per la vita del chiamato, del cristiano in discernimento, del seminarista, del prete, del formatore… Pane quotidiano per sé e per la vita comunitaria…
Attenzione nel Vangelo il Signore non pone condizioni al viversi questo… Non dice: “se gli altri lo fanno!” come spesso noi facciamo! Là dove noi poniamo condizioni il Signore ci provoca continuamente con il fare nostro questo stile di vita del tutto quello che volete gli altri facciano a voi…
Se contestualizziamo al nostro oggi e alla nostra vita in seminario tale regola potremmo rileggerla così: abituati ormai al continuo interrogarci, quali cose vorremo che gli altri facessero a noi? Da raccolta statistica di dati esperienziali posso riassumere: l’essere voluti bene, il non farci sentire giudicati, l’essere trattati alla pari rispetto agli altri, il farci sentire liberi e non imporci le cose, il rispettare i nostri tempi, il farci sentirsi a casa…
Quale la risposta giusta a queste richieste secondo la stessa regola? Essere voluti bene? Iniziamo a guardare con occhio benevolo gli altri! Non sentirci giudicati? Non giudichiamo e non ci sentiremo giudicati (interpretazione di una teologa svizzera), l’essere trattati alla pari? Promuoviamo comunione invece di competizione, permettendo agli altri di essere loro stessi. Esigenza di sentirsi a casa? Curiamo questo luogo come casa e famiglia o costantemente ostentiamo una convivenza difficile? …Domande/provocazioni quaresimali!
L’orizzonte della vocazione: acquisire la paternità ministeriale… imparare lo stile buono della paternità… cf Carretto – il deserto nella città.
“Tenete conto della somiglianza tra la pietra e il pane – tra il pesce e il serpente – tra l’uovo e lo scorpione – il fenomeno si vede soprattutto nei luoghi desertici e con le notti fredde. Lo scorpione si accartoccia e si copre di una peluria bianca che al passante dà l’aspetto di un uovo.
Sembra volerci dire: Figlio mio, io sono padre e non ti do una pietra al posto del pane, un serpente quando mi chiedi un pesce, uno scorpione se hai bisogno di un uovo.
Può darsi che una cosa ti sembri una pietra, ma sta’ attento: non è una pietra, è un pane.
Può darsi che una malattia ti sia apparsa come un serpente, ma era un pesce che ti ha nutrito e corretto.
Una disgrazia è piombata su di te come uno scorpione ma è stato un uovo che ti ha fatto del bene e ti ha nutrito.
Tutto contribuisce in bene a chi crede in Dio, per chi ha speranza, per chi ama e Dio non può permettere che il male si avvicini alla tua tenda se non per trasformarlo in grazia e farlo entrare nel piano della salvezza.”