FESTA DELLE FAMIGLIE 2018

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FESTA DELLE FAMIGLIE 2018

 

Giorno 25 Aprile in seminario si è svolta la festa delle famiglie che ha coinvolto le famiglie dei seminaristi delle sei comunità. Al mattino verso le 10,00 i seminaristi hanno accolto le rispettive famiglie all’ aperto, nel parco del seminario, con un caffè di benvenuto. Dopo aver atteso l’arrivo di tutte le famiglie il rettore ha preso la parola con un breve saluto. Subito dopo si è celebrata la Messa in auditorium. Il rettore prendendo spunto dal Vangelo ma in particolar modo facendo riferimento alla luce del cero pasquale (poco visibile) ha iniziato l’omelia dicendo:

“Ci sono dei momenti in cui uno crede in una cosa anche se non la vede, perché un altro te l’ha detta e hai fiducia. Per cui il tema della fiducia o della fede è essenziale per noi che stiamo qui, pur ciascuno di noi essendo nel suo cammino della vita e di fede in qualsiasi punto in cui si trova comunque è qui perché ha sentito parlare di Gesù. Forse alcuni di noi l’hanno incontrato o dimenticato o tralasciato e lo stanno ritrovando aldilà dell’età e questo capiterà anche ai seminaristi che sono più giovani, tranne a qualcuno con già un po’ di storia alle spalle. Dico questo perché quella luce che sembra che non ci sia paradossalmente se la spegnessimo sembra che cambia poco.  Ma senza quella luce che noi nemmeno riusciamo a vedere la luce qui dentro non sarebbe la stessa. L’oceano è così grande ma senza quella goccia l’oceano non sarebbe lo stesso. È Gesù che è invisibile ma realmente presente nel nostro cuore, in mezzo a noi, nella Chiesa, nella storia ma è così invisibile che sembra ininfluente e sembra che non cambia niente e che niente sia cambiato. E invece tutto è cambiato e tutto cambia per la sua opera nei nostri cuori, in mezzo a noi, nella sua Chiesa, nell’umanità.”

Questo è l’atteggiamento di Marco l’evangelista che quando ha sentito parlare di Gesù si è posto la domanda su chi fosse veramente a tal punto da carpirne i segreti.  Poi ha tentato di spiegare questo Gesù ai lontani raccontando un Dio che si è fatto uomo e che è stato in mezzo a noi e che l’ incontro con Lui cambia la vita. Blaise Pascal in un suo pensiero diceva: “Gli uomini non sono né bestie né angeli, ma quando tentano di fare gli angeli diventano bestie”. Quando si cerca di essere perfetti e impeccabili poi si rischia di fare del male a noi ma anche agli altri. Pietro nella prima lettura forse ci dice proprio questo: l’unica salvezza è fissare lo sguardo sul Figlio dell’uomo per eccellenza che è Gesù. Il cuore è un campo di battaglia. C’è Gesù ma c’è anche il male che ci attira verso il basso e quando siamo sleali, menzogneri, prepotenti, lì per lì ci fa credere che siamo i migliori, i più bravi, i più forti ma questo alla lunga non appaga. La Parola oggi ci dice di essere sobri e vigilanti. Il rettore parlando della sobrietà ha aggiunto:

“Avere uno stile di vita che da come ci vestiamo, da come ci pettiniamo, da come parliamo, da come diamo lo sguardo, da come parliamo con gli altri, da come parliamo degli altri si capirà se il nostro sguardo è rivolto verso Gesù o no. La sobrietà è questa. Dai miei ornamenti esteriori che messaggio si capisce che sto dando al mondo?”

Parlando ai genitori ha detto:

“I vostri figli hanno deciso di non essere più padroni di sé stessi ma di dire al Signore: “Tu sei il Signore! Quindi comandi tu, perché so che la mia vita è più al sicuro sotto la tua mano che sulle mie. Partoriteli ancora. Partoriteli sempre! Perché quando dovessero tornare a casa e non rifarsi il letto e non fare la lavatrice e non uscire e non andare a cercare di capire come annunciare questo Vangelo, questo Signore su cui posiamo lo sguardo, ma stanno fermi basta guardare in faccia i vostri figli, e ogni mamma lo sa, per capire se stanno crescendo oppure no”.

E ancora:

“Dalla famiglia di sangue tutti noi che abbiamo incontrato Gesù sappiamo che ora c’è una famiglia più grande che è l’umanità e che sta a cuore al Signore”

Dopo la Messa il rettore ha presentato alcune immagini del seminario di Posillipo e di come sarà a lavori ultimati. Il pranzo si è svolto verso le 13,20 all’ aperto con dei vari buffet. Dopo il dolce preparato dai genitori consumato nelle varie sale comuni delle comunità di appartenenza alle 15,30 in auditorium tutte le famiglie hanno assistito ad una piacevole scenetta teatrale preparata dal gruppo teatro del seminario che hanno riadattato uno sketch “la sceneggiata” del famoso trio “la Smorfia”. Come segno per ricordare la giornata trascorsa è stato consegnato a persona una calamita raffugurante un melograno, simbolo della fecondità e della generatività dello Spirito.

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