Anche quest’anno in seminario si è svolta, come di consueto, la via crucis. Le meditazioni sono state preparate da alcuni professori della Pontificia Facoltà Teologica di Posillipo. Ecco qui l’introduzione del libretto preparato dalla comunità di II anno:
“Durante il suo cammino verso Gerusalemme, c‘è un verbo che per Gesù assume progressivamente un’importanza fondamentale: “consegnare”.
Ciò di cui veniamo a conoscenza dell’iniziativa del Padre: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna» (Gv 3, 16)”; ciò che poi comprendiamo progressivamente della risposta del Figlio a tale dono: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi» (Mt 20,18), nei racconti della passione trovano il loro apice, trovandovi la
possibilità di una profonda contemplazione del “mistero della consegna”.
Gesù si consegna ed è consegnato!
Consegna sé stesso! Fedele alla volontà del Padre si fa consegnare, si lascia prendere per a more: «Prendete, questo è il mio corpo» (Mc 14, 22); «E, chinato il capo, consegnò lo spirito.» (Gv 19, 30).
È consegnato! Da Satana, che mette nel cuore a Giuda di consegnare il Maestro: «Allora Satana entrò in Giuda, detto Iscariota, che era uno dei Dodici. Ed egli andò a trattare con i capi dei sacerdoti e i capi delle guardie sul modo di consegnarlo a loro…»; da Pilato:
«Disse loro Pilato: “Prendetelo voi e crocifiggetelo…»
(Gv 19.6); dai capi religiosi: «E subito, al mattino, i capi dei sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo portarono via e lo consegnarono a Pilato» (Mc 15,1); dal
Padre, che nel mistero del suo silenzio mantiene fedele, fino alla fine, il dono del Figlio.
Via crucis, dunque…
“contemplazione del mistero della consegna”! Esame profondo della mia vita e della mia libertà dinanzi a tale mistero! Mistero d’amore, sorgente di fraternità, da cui promana il dono dello
Spirito (cf Gv 19, 30), che in sinergia con coloro che scelgono quotidianamente di essere chicco di grano che muore nel terreno dell’umanità (cf Gv 12, 24), ci fa “uno”.
La comunità di II anno