La comunità di seminario quest’anno ha svolto il ritiro di quaresima tra venerdì 9 e sabato 10 marzo. Il ritiro è stato guidato da padre Claudio Barretta. Padre Claudio prendendo spunto dal tema formativo di quest’anno, ci ha proposto come tematica il binomio servizio/potere.
Le due parole non dobbiamo leggerle in contrapposizione. La realtà infatti non consente le opposizioni facili. Il potere e il servizio non possono essere pensati in maniera ideale ma dobbiamo impregnarli nella realtà. Seneca quando parla dell’età dell’oro indica come un servizio possa essere considerato un potere. Anche Erich Fromm parla di chi comanda non come la persona più qualificata ma come la persona più altruista. Il potere è il luogo dove scegliere il servizio. «Ti ho posto come sentinella» (Ez 33) e quindi devi metterti nel posto più alto per vedere l’orizzonte e vigilare secondo giustizia. Quando si ha il potere bisogna essere responsabili della gente che il Signore ci ha affidato. Il servizio sta nel corretto esercizio del potere.
Nei vangeli, però, quando Gesù annuncia la passione i discepoli non lo capiscono a causa del paradosso della croce. Quando prendiamo un potere, infatti, diciamo di essere stati promossi. Il verbo giusto infatti è promuovere. Siamo stati promossi alla croce con la consapevolezza che non dobbiamo rincorrerla perché prima o poi arriva. Il compito di noi seminaristi quindi è goderci il Signore preparandoci alla croce, in modo che quando arriverà da un lato abbiamo la certezza che si sta camminando bene dall’altro possiamo essere certi di riuscirla a reggere per non esserne schiacciati. Non solo ma sotto la croce avvengono le scelte è si fa verità. Noi saremo bravi sacerdoti se avremo promosso la croce come luogo di servizio del vero potere. Così il Signore ci riconoscerà suoi amici e ci darà la forza di sopportare il peso del potere. Ci darà grazia su grazia.
Durante l’omelia della messa di sabato padre Claudio prendendo spunto dal vangelo del giorno ci ha invogliato ad analizzare la modalità di preghiera del pubblicano. Non dobbiamo fare le cose con il senso del sacrificio come il fariseo. Il Signore chiede amore e non sacrifici. Fare solo le cose per correttezza, perché così si deve fare, come fa il fariseo, prima o poi mi farà crollare. Crollerò al primo intoppo. Con l’amore invece il sacrificio non sarà un peso e vedrò così cose stupende, il mio popolo cambiare e arrivare alla salvezza.