A presiedere la celebrazione eucaristica comunitaria è padre Secondo Bongiovanni S.J. docente di filosofia contemporanea della nostra Facoltà. Nella sua omelia, padre Secondo ci guida attraverso le letture proposte dalla liturgia ponendo subito l’accento su ciò che accomuna entrambi i brani: l’ascolto. Quello che sta a cuore dei profeti non è riducibile ad un recupero cultuale ma un vero e proprio richiamo all’atteggiamento essenziale dell’ascolto del Signore. Il solo culto può farci credere che siano noi i protagonisti, l’ascolto, invece, ci decentra. Possiamo quindi riflettere sul popolo d’Israele, sulla sua storia: il Signore ha scelto questo popolo in particolare tra tutti i popoli della terra forse perché meno capace di ascoltare; questo ci consola perché anche noi come Israele non sappiamo ascoltare. Ed è questo che Gesù fa nel Vangelo di oggi: nella guarigione dell’uomo muto, in piena contrapposizione con Gesù stesso che è la Parola. L’uomo muto è incapace di dire ciò che pensa, crede, desidera, è incapace di creare. Gesù con la sua parola ridona la possibilità creativa, ridona la parola, rende capace di comunicazione, di Ascolto Fecondo e al tempo stesso lo rende capace di generare parola. Chiediamo quindi la Grazia al Signore di poter essere capaci di ascolto per poter generare la parola e la vita negli altri