Incontro con padre Alberto Rovelli M.Afr.

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Incontro con padre Alberto Rovelli M.Afr.

Mercoledì 14 ottobre abbiamo avuto il dono di incontrare padre Alberto Rovelli, missionario in Mali, della congregazione dei Missionari d’Africa meglio conosciuti come Padri Bianchi. Attraverso un video girato in Mali, p. Alberto, ci ha fatto riflettere sull’importanza delle proprie origini. Cultura e radici per un africano sono elementi essenziali per la propria identità. Troppe sono state le violenze esercitate da noi europei per cercare di  inculcare la nostra “civiltà” senza il rispetto delle usanze e delle tradizioni locali. Il padre ci ha poi raccontato che la sua fede si è pian piano rafforzata lì in Mali dove ha sperimentato la bellezza di scorgere il volto di Gesù nell’umanità ferita delle persone che lo circondano. Padre Alberto ha poi presieduto la celebrazione intercomunitaria di giovedì sera in occasione della memoria di Santa Teresa di Gesù Bambino che ha definito “una santa simpatica” per la sua voglia di conoscere la sacra scrittura e di pregare Gesù nonostante le difficoltà del suo tempo. Nell’omelia ci ha invitato a non attaccarci ai beni materiali e ci ha raccontato un evento che gli è capitato lì a Mali: “Io ed i miei confratelli eravamo nella chiesa e ci lamentavamo per la mancanza di cibo quando fuori successe una cosa tremenda. Un giovane africano, che aveva letto il vangelo e si era innamorato della forza vitale della resurrezione, un giorno si trovò ad attraversare la frontiera. Dopo aver salutato cordialmente le guardie cacciò fuori dalla tunica il suo vangelo e alzandolo con gioia gridava di essere Cristiano. In quel momento una delle guardie infastidita da quel gesto gli puntò il kalashnikov contro e lo ferì. Il giovane continuò la sua corsa fino a cadere, ormai privo di vita, contro le pareti della nostra chiesa segnando per sempre con il suo sangue le pareti da poco imbiancate per la Pasqua. Mentre noi ci lamentavamo lì fuori c’era chi veniva ucciso solo perché Cristiano”.

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