Il sentimento di gioia che accompagna i cristiani durante la celebrazione eucaristica è stato accompagnato questa sera da un velo di malinconia, poiché quella del 20 novembre è stata l’ultima messa che P. Roberto Del Riccio SJ ha presieduto come rettore del nostro seminario. P. Roberto ha definito provvidenziale il fatto che proprio la mattina dello stesso giorno la Sez. San Luigi della PFTIM ha ricordato i 25 anni della strage di gesuiti nell’Università del centro America a San Salvador. Il suo più grande desiderio in questi anni, ci ha confidato l’ex rettore, è stato quello di creare una famiglia basata sull’amore reciproco, perché solo se si riesce in questo intento acquista significato l’essere prete. P. Roberto ci lascia con la speranza che nei giovani seminaristi che egli ha con amore guidato possano fiorire personalità del calibro di Mons. Oscar Romero o di don Peppe Diana, che fino alla fine sono stati coerenti con il vangelo di Cristo. Prima della benedizione il nuovo rettore del seminario, P. Francesco Beneduce SJ, ha ringraziato P. Roberto per il servizio offerto al seminario, e ha chiesto a tutti noi di sostenerlo con la preghiera in questo bello ma difficile compito che si accinge a cominciare. Dopo la messa l’intera comunità del seminario si è riunita intorno a P. Roberto per una cena insieme, durante la quale Giammaria Cipollone, seminarista del 5° anno, ha rivolto un saluto a nome dell’intera comunità del seminario:
Carissimo Padre Roberto,
non è mai facile in queste transizioni rendersi voce di una comunità e in essa in modo particolare di quella parte rappresentata da noi giovani in discernimento e in cammino di formazione; con il cuore colmo di un misto di sentimenti, da un lato il dispiacere di un distacco dall’altro la consapevolezza che il Signore ci ha donato anni di gioia insieme e ora predispone per voi un nuovo tempo di grazia, che tutti noi seminaristi presenti e anche quelli che si sono succeduti in questi anni vi diciamo dal profondo una parola semplice ma densa di significato perché
sgorga dal cuore: GRAZIE! È un grazie colmo di riconoscenza e gratitudine a Dio Padre per essere stato per tutti noi strumento nelle Sue mani, cercando di far passare la Sua grazia e la sua tenerezza nel delicato compito della formazione. Con la memoria vivida di momenti che non dimenticheremo facilmente, con i sorrisi, le lunghe
chiacchierate dei colloqui, ma anche con la severità di sguardi, le incomprensioni e, talvolta, i disappunti, porteremo con noi la consapevolezza e la sicurezza di avere avuto in voi sempre un punto fermo, un padre che ha sempre voluto il nostro bene, quello vero, anche quando non ci è stato facile comprenderlo. Il Papa qualche giorno fa si è rivolto ai seminaristi francesi puntualizzando tre parole: fraternità, preghiera e missione. Vogliamo sentirle rivolte a tutti quanti noi in questo momento particolare. Definendo il tempo del seminario come “apprendistato di fraternità”, il papa lo definisce come la scelta personale e definitiva di un vero dono di sé a Dio e agli altri. Grazie, P. Rettore, per essere stato un artigiano di fraternità che ha provato in questa bottega a farci sperimentare le vie concrete e possibili della fraternità del quotidiano e dei piccoli gesti di attenzione e di cura. La
seconda parola è “Preghiera”: Il papa scrive: “Che la vostra preghiera sia un appello allo Spirito! È lui a costruire la Chiesa, a guidare i discepoli e a infondere la carità pastorale.” Grazie p. Roberto per le volte che vi siete fatto nascosto parafulmine dello Spirito, richiamando qui su questa casa, sul nostro seminario, con la vostra preghiera, una fiammata in più di Spirito Santo perché sciogliesse le nostre gelide resistenze e le nostre solide armature
difensive che non mancano di farci trincerare e bloccare nel cammino. La terza e ultima parola è “Missione”: “Vi incoraggio a imparare a conoscere il mondo nel quale sarete inviati e a iscrivere in voi il riflesso dell’uscita da voi stessi, dell’incontro con l’altro.” Grazie padre Roberto per tutte le volte che siete uscito da voi stesso, che ci siete venuto incontro, che ci avete scomodato dai nostri comodi recinti asfissianti e come il Buon Pastore ci avete condotto fuori verso il mondo, tanto amato dal Padre e per il quale ha donato il Figlio; la
vostra missionarietà in comunità, ci ha messo nel cuore la spinta a saper andare e ad uscire anche noi da noi stessi. Ora questa missione diventa per voi e anche per noi ancora più viva, forse anche dura, ma è la bellezza della chiamata che ci invita a fidarci di Lui ovunque voglia condurci; per questo il nostro augurio per il nuovo ministero e la missione nuova che il Signore vi affida, sono le parole di Dag Hammarskjöld: “Per tutto ciò che è stato GRAZIE, e per ciò che sarà Sì!”.
A Te e a noi tutti allora: Buen camino!